Il Tai Chi Chuan

“Il nome di questo stile suggella il legame di questa arte con il taoismo; Tai Chi Chuan o Taijiquan significa “pugno della suprema polarità” dove la “suprema polarità” si riferisce ai due elementi Yin e Yang che insieme definiscono l’equilibrio degli opposti nella filosofia Taoista”

Un po’ di storia

Gli ultimi quattromila anni di storia della Cina sono stati caratterizzati da innumerevoli tumulti di tipo geopolitico che hanno condotto questo stato alla situazione di “equilibrio” in cui si trova oggi.

I conflitti tra stati hanno caratterizzato gran parte di questo periodo storico, le molte sanguinose battaglie che si sono succedute hanno portato all’unificazione della Cina avvenuta duemila anni fa sotto l’imperatore Qin Shi Huangdi della dinastia Qin che decretò l’inizio della Cina imperiale durata fino al 1912 DC.

Anche durante tutto il periodo imperiale la “guerra” non ebbe mai fine, tumulti, rappresaglie, ribellioni e invasioni continuarono a caratterizzare la vita di questo paese in modo importante.

In questo scenario è facile immaginare come lo studio della guerra ebbe un ruolo fondamentale nella formazione culturale di questa nazione. Per questo strateghi militari di tutto il mondo, ancora oggi, fanno riferimento ad un importantissimo trattato di strategia militare di estrazione Taoista attribuito al generale Sunzi (Sun Tzu V secolo A.C.) chiamato “L’arte della guerra”.

Le Arti Marziali Cinesi

Le arti marziali cinesi nascono appunto per le ragioni succitate, l’esigenza era quella di combattere e vincere le battaglie con il minore dispendio energetico possibile applicando tutte le strategie necessarie che conducessero a questo fine.

Per molti secoli le arti marziali cinesi sono state insegnate e finalizzate esclusivamente all’uso delle armi quali la spada, la sciabola, la lancia, l’alabarda, il bastone ed altre ancora.

I principi del Taoismo ed i precetti del buddismo, nonché le radici gettate dalla medicina tradizionale cinese, sono stati gli elementi cardine su cui si sono basate queste discipline, che vennero ottimizzate proprio tramite l’osservazione degli elementi e degli eventi naturali. In particolar modo, si pose l’attenzione sulla struttura anatomica degli animali e su come questi la usassero, il loro tipo di movimento infatti risultava essere ottimizzato per la finalità che si prefiggevano e tutto questo accadeva e scorreva in modo naturale.

Successivamente vari studiosi/maestri di queste arti, misero a punto differenti stili per esprimerle. Spesso questi stili erano proprio riconducibili al movimento di alcuni animali, troviamo infatti lo stile della Gru, della Mantide, del Serpente, della Scimmia, della Tigre ed altri ancora, ma ognuno di questi, alla base conservava quei principi fisici/dinamici che ottimizzavano il movimento. Solo in epoca relativamente moderna è stata fatta una grande distinzione tra stili esterni delle arti marziali e stili interni.

 

Il Tai Chi Chuan, un’arte marziale interna

L’origine di questa disciplina marziale è molto controversa, per questo non ne parlerò in quanto trattasi di opinioni e non di certezze. Quello che è certo è che la sua nascita si colloca tra i primi secoli dell’ultimo millennio e che sicuramente affonda le sue radici nei principi del Taoismo citati anche nell’arte della Guerra di Sun Tzu.

Il nome di questo stile suggella il legame di questa arte con il taoismo; Tai Chi Chuan o Taijiquan significa “pugno della suprema polarità” dove la “suprema polarità” si riferisce ai due elementi Yin e Yang che insieme definiscono l’equilibrio degli opposti nella filosofia Taoista.

La guardia imperiale cinese dell’ultimo millennio conosceva questa arte marziale e la usava al fine di difendere l’impero ed il suo imperatore.

L’arte del Taijiquan si divise a sua volta in vari stili, realizzati da grandi maestri, tra i più conosciuti e praticati:

  • lo stile Chen (creato dal maestro Chen Wangting);
  • lo stile Yang (sviluppato dal maestro Yang Luchan e trasmesso alla sua famiglia);
  • lo stile Wu (creato dal maestro Quan You, chiamato successivamente “Wu” da suo figlio);
  • lo stile Sun (Sviluppato dal maestro Sun Lu Tang);
  • lo stile Wudang (sviluppato dal maestro Cheng Tinhung, praticato sulle montagne sacre del Wudang culla del Taoismo).

Questi stili di arti marziali sono definiti “interni” in quanto focalizzano il lavoro e l’allenamento sulla struttura interna del corpo, la muscolatura profonda, la struttura tendinea, quella connettiva e fasciale.

Gli stili definiti “esterni” prediligono un tipo di allenamento maggiormente mirato alla struttura muscolare esterna, ma questo tipo di distinzione oltre ad essere stata fatta in tempi relativamente recenti, non è del tutto corretta in quanto qualsiasi stile di arte marziale per essere efficace deve necessariamente basarsi sull’equilibrio del corpo umano. Secondo i precetti del taoismo infatti, non può esistere esterno senza interno e viceversa.

 

Il “Qi” e il lavoro interno

Nel Tai Chi Chuan come nelle altre arti marziali interne, è fondamentale per il praticante capire i principi che lo generano, la comprensione dei capisaldi su cui si basa il movimento interno generato dal “Qi” o “CHI” (energia vitale). Tale energia è gestibile e percettibile progressivamente allenandosi attraverso vari esercizi che hanno il fine di usare il corpo in maniera non convenzionale ma in un modo che ha poco a che vedere con il movimento corporeo che padroneggiamo giornalmente e che è frutto della nostra cultura fisica occidentale. L’aspetto tecnico pratico dello stile viaggia parallelamente a questo tipo di comprensione, lo studio concreto dei vari movimenti e delle relative applicazioni marziali non possono prescindere dai principi succitati.

Questo percorso di apprendimento richiede pazienza ed abnegazione. Fondamentale è la passione che anima queste due qualità.

IL CHI GONG (energia interna) e il NEI GONG (lavoro interno), sono pratiche orientali propedeutiche al Taijiquan che hanno il fine attraverso esercizi fisici, di allenare il praticante nell’utilizzo della forza interna agendo a loro volta sui canali energetici del corpo umano, sciogliendo eventuali blocchi tensivi e parti del corpo poco usate.

La liberazione dei canali energetici (fondamentale per la medicina tradizionale cinese), una maggiore consapevolezza del nostro corpo, la capacità di concentrazione ed il distacco dalle emozioni, contribuiscono a promuovere la salute e ad acquisire le basi per questo stile interno delle arti marziali cinesi.

 

 

Il Taoismo per comprendere il Tai Chi Chuan

Per comprendere il lavoro interno bisogna comprendere alcune cose che fanno parte della filosofia Taoista la quale promuove la teoria degli opposti, della reciprocità e della complementarietà di questi.

Secondo i Taoisti infatti, ogni entità facente parte dell’universo, risponde a delle leggi ben precise che regolano l’alternanza degli opposti (yin e yang) e come questi possano coesistere solo l’uno in relazione all’altro.

Volendo fare un esempio che sarà utile al praticante di Tai Chi Chuan, possiamo osservare la camminata di una persona: mentre la gamba destra avanza e il peso del corpo viene poggiato su di essa, la gamba sinistra si svuota del peso quasi completamente. In questa fase ci si prospettano due opposti complementari, la gamba destra potremmo dire che è “piena”, mentre la sinistra è “vuota” ma non del tutto; il passo quindi, non potrebbe essere effettuato se non per la reciprocità di questi due opposti.

Da notare che nella gamba sinistra coesiste una piccola parte di peso, cioè di “pieno”, cosi come nella destra coesiste una piccola parte di “vuoto”.

Nel passo successivo le gambe si troveranno nella situazione opposta, la sinistra sarà “piena” e la destra “vuota”, e così si avrà mutazione e alternanza per tutti gli altri passi.

Quello che spesso erroneamente è chiamato Tao è in realtà il simbolo del Tai Chi ☯️, non propriamente dello stile di arte marziale che si chiama “Tai Chi Chuan” ma del “Tai Chi” inteso come equilibrio degli opposti. Opposti che secondo il Taoismo sono nati da uno stato originario caotico e indefinito senza polarità chiamato Wuji.

 

 

 

Caratteristiche: 

La pratica del Taijiquan appare a prima vista molto armoniosa ma anche molto determinata, a tratti potente. Il neofita che si avvicina a questa disciplina potrebbe essere tratto in inganno dalla lentezza con cui viene espressa e dai movimenti che risultano essere molto morbidi ed eleganti assimilandoli a quelli di una danza e giudicandola una sorta di ginnastica poco efficace al fine dell’azione marziale. Questo tipo di giudizio erroneo è stato nel tempo avvalorato dalla volontà commerciale di rendere il Taijiquan una sorta di ginnastica dolce fruibile da tutti con il fine di mantenere il corpo in buona salute, dimenticandone troppo spesso le origini marziali molto valide ed efficaci.

Morbidezza ed armonia del gesto sono la conseguenza dello stato di rilassamento della struttura muscolare esterna del corpo, elemento fondamentale per la corretta espressione dei principi del taoismo, mentre la lentezza della pratica è necessaria al fine di rinforzare le linee di forza del movimento e di studiare in modo minuzioso l’andamento del gesto marziale ed i principi della fisica che lo governano.

Il corpo del praticante, tramite un’assidua e adeguata pratica dei seguenti strumenti:

Taolu (ovvero “forme” o sequenze prestabilite di movimenti, sviluppate dai grandi maestri del passato che simulano delle applicazioni marziali nel contesto di un combattimento virtuale con uno o più avversari);

– Qi Gong (“ovvero lavoro sull’energia, sono esercizi di respirazione e distensione dei meridiani, statici e dinamici che hanno il fine di rinforzare, energizzare ed elasticizzare il corpo secondo i precetti della medicina tradizionale cinese);

Chan si gong (ovvero “avvolgere il filo di seta”, sono dei movimenti ripetitivi a spirale che hanno origine nel “Dantian”, il centro di gravità del corpo posto nell’addome basso, si diffondono poi negli arti superiori che seguono rilassati e armoniosi la rotazione interna all’addome. Hanno il fine di stimolare e rinforzare le articolazioni, nonché i tendini migliorando anche l’afflusso del sangue)

– Tui Shou (detto anche “mani che spingono”, una pratica di coppia effettuata sul posto oppure in movimento, un vero e proprio banco di prova per il praticante il quale potrà testare la sua comprensione dell’arte mettendo in pratica i principi acquisiti, valorizzare i suoi punti di forza e colmare eventuali suoi limiti),

si strutturerà nel tempo rinforzandosi e stabilendo delle connessioni tra le catene cinetiche muscolari profonde che coinvolgeranno anche i tendini e la struttura connettiva e fasciale.

Il praticante inoltre acquisirà negli anni sempre più consapevolezza riguardo la percezione del suo corpo e del suo utilizzo ed acuirà i sensi. Un processo che se coltivato tenderà sempre più al perfezionamento.

Lo studio di questa disciplina marziale se affrontato a 360° presuppone un vero e proprio percorso di crescita personale in quanto coinvolge il praticante a tutti i livelli: quello fisico, quello mentale ed emotivo nonché quello meditativo e spirituale.

L’artista marziale di Taijiquan dovrà agire come un calligrafo che si lascia condurre dallo scorrere naturale delle cose.

Egli segue il flusso dell’acqua che indirizza con la sola intenzione, ogni interferenza razionale sarebbe evidente nel tratto; un’incertezza, una rigidità…tutto deve fluire liberamente.

Come l’uomo si fa tramite tra il fluire del tao e la calligrafia, così l’artista marziale si fa tramite tra i principi del tao e il gesto marziale.

Diversi studi scientifici hanno provato come questa disciplina marziale sia anche un ottimo metodo di prevenzione e di promozione della salute. Il Taijiquan infatti affonda le sue radici nei principi della Medicina Tradizionale Cinese che attraverso la pratica e lo studio del Qi Gong (sequenze di esercizi di respirazione e distensione dei meridiani energetici) ha influenzato fortemente questa disciplina.

 

 

 

Conclusioni:

Il Tai Chi Chuan insieme agli altri stili di arti marziali, ha viaggiato attraverso il tempo arrivando a noi come una preziosa eredità del passato proveniente da un luogo molto lontano e affascinante, questo è stato possibile tramite documenti scritti ma soprattutto metodi pratici ereditati da padre in figlio e da maestro a discepolo che fortunatamente da un centinaio di anni a questa parte sono stati diffusi in tutto il mondo attraverso insegnanti e scuole, se pur spesso con limiti di completezza, talvolta purtroppo voluti.

Nell’epoca della globalizzazione, la sfida di oggi nella nostra frenetica civiltà occidentale è quella di riuscire a valorizzare questo tipo di patrimonio culturale soprattutto tra le nuove generazioni, che abituate ad una condizione di “confort” e ad usufruire del tecnologico “tutto e subito” mal tollerano un tipo di lavoro certosino che richiede coltivazione, pazienza e dedizione quotidiana ma che se affrontato nel giusto modo ripaga sicuramente di tutte le energie profuse. Il Taijiquan spiana la strada ad un meraviglioso percorso di crescita personale che promuove la nostra salute e il nostro equilibrio psicofisico, fornendoci importantissimi strumenti per gestire le difficoltà della vita di tutti i giorni.

 

 

Articolo a Cura del Maestro GIAN LUCA PELLEGRINI

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